sabato 11 gennaio 2014

ITALIA 2014
I numeri della crisi pagata dagli sfruttati.

L'Italia è un paese con crisi, alluvioni e disoccupazione, governi e governanti imperiosi. Insomma le cose vanno male, ma non per tutti,  solo per i soliti (lavoratori, disoccupati,immigrati,pensionati...), i padroni vedono come sempre aumentare i loro profitti. eE le scuse per reclamare un governo che governi (che significa?) sono sempre le stesse, viscerali e brutali. Le stesse, che hanno portato il matto di Predappio ad essere l'uomo della provvidenza , mentre quello unto dal signore non si rassegna e agita forconi e amici di loggia vari . con un 2014 ricco di anniversari (troppi, pure per quello della nascita della tivvù italiana) speriamo che il nuovo anno porti un pò più diritti e garanzie per i più deboli. Una speranza che solo le lotte e la solidarietà fra sfruttati, ovviamente, può alimentare. Sindaci prodigio e comici fallimentari, vecchi e nuovi imbonitori potranno solo far peggiorare i numeri da "primato" che il paese si porta dietro e che chi vi abita si porta sulle spalle. I numeri di The Economist pongono in merito qualche interrogativo:
L'Italia non è un paese fra i primi :
10 - per efficienza energetica
15 - per la spesa più alta per l'istruzione
20 - per numero di furti e omicidi; come paese democratico
23 - paesi più pacifici
24 - per le migliori università; per vivibilità nell'area metropolitana
30 - per numero di quotidiano e per la libertà di stampa
L'Italia si trova al (posto)
3° per consumo di vino (41 lt. /pro capite)
4° per età media più alta (43,2 anni)
5° per mortalità per cancro (277/1000 ab.)
7° per numero di auto (610/1000 ab); per esportazione di armi (1046 mln $)
8° per speranza di vita (82 anni ); per crescita dei servizi più debole (0,9)
9° per esportazioni (2,77%)
10° per economia più forte per potere d'acquisto (1984 mld.$ PIL PPP)
13° per numero di abbonamenti cellurari (157,9/100 ab)
14° per bilancio difesa (23,6 mld $)
15° per emissione di CO2 (400,8 mld. tonnellate)
19° per fonti di energia rinnovabile (8,7% del totale); tasso di disoccupazione giovanile (29,1%)
22° per costo della vita (22 su 100)
23° per numero popolazione (60,8 mln.)
25° computer (59,3/100 ab.); indice di sviluppo umano (88,1)
26° spesa sanitaria (9,5 % del Pil)
35° per banda larga (22,1/100 ab.)
36° più alto PIL (36,130 $ pro capite)
38° per potere d'acquisto più alto (67,9/100)




venerdì 10 gennaio 2014

IL MILITARE SENZA CRISI
Nel 2014 ,le spese programmate dal governo italiano in quelli che sono considerati “nuovi armamenti” (navi da guerra, blindati, elicotteri da combattimento, cacciabombardieri, siluri, cannoni, satelliti spia e droni)saranno all'incirca di 5 miliardi di euro.
Una cifra di per sé significativa ,visto che parliamo di 13 milioni di euro al giorno,tolti dalle tasche della collettività.
Già nel 2013 il budget totale per le forze armate era cresciuto:14,4 miliardi di euro contro i 13,6 miliardi del 2012. In controtendenza anche rispetto agli USA dove la spesa militare corrisponde al 4% del pil e dove nel 2013 erano state decurtate le spese per la difesa di oltre 50 miliardi di dollari.
A cosa serve allocare 5 miliardi su programmi di riarmo? La risposta ce la da l’ammiraglio Luigi Binelli Mantelli (Capo di Stato Maggiore Della Difesa) e disponibili anche sul sito del ministero della Difesa:
“Le nostre forze armate dispongono di materiali, sistemi d’arma e mezzi
adeguati all’impegno attuale e il cui standard possiamo considerare, dal
punto di vista qualitativo, paritetico a quello di molti nostri alleati; sussiste
tuttavia l’esigenza di ammodernare e rinnovare costantemente le dotazioni
delle nostre unità per l’impiego continuato in operazioni lontane dal supporto
logistico in patria, che ne ha fortemente accresciuto l’usura“.
I 5 miliardi per il riarmo servono per fare la guerra,in poche parole.

giovedì 9 gennaio 2014

Comunicato stampa 
Apprendiamo con dolore e sconforto della scomparsa del compagno Franco Favilla. Alcuni di noi lo conoscevano da sempre, dai tempi di Radio Domani, la radio “di movimento” sorta a Jesi negli anni ’70. Franco riusciva a mescolare intervento politico e dimensione umana in maniera unica, genuina, coinvolgente, con una punta di sarcasmo e autoironia che a volte davano maggiore spessore alle idee espresse. Non possiamo che sentirci vicini alla sua famiglia, ai suoi amici e ai compagni con cui Franco ha condiviso tante battaglie politiche. Un abbraccio carico di cordoglio e simpatia militante per un compagno comunista dai suoi compagni anarchici.

Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri” - Jesi
FAI – Federazione Anarchica Italiana:
Gruppo “Michele Bakunin” di Jesi
Gruppo “Francisco Ferrer” di Chiaravalle