lunedì 24 marzo 2014

Riscatto mediterraneo


soldi buttati

Comunicato stampa 21 marzo 2014

Soldi buttati.

Il progetto di videosorveglianza a Porta Valle servirà a qualcosa? O saranno soldi buttati? La sicurezza è importante, ma bastano le telecamere per realizzarla? Molte le incognite e del resto i cittadini della zona non ne possono più. Non da oggi, ma da sempre. Il lato “Sud” di Jesi è storicamente sacrificato a favore dei quartieri residenziali, del lato “Nord”. Ieri c’erano le manifatture e gli opifici industriali, con relativo inquinamento, oggi c’è il degrado, il sovrappopolamento e il traffico forsennato, con relativo inquinamento (ancora). Un po’ troppo per trenta telecamere, che al massimo possono far spostare di qualche metro i “facinorosi”. E se invece si cercassero risposte diverse per i residenti? Investimenti per migliorare la vivibilità nell’ala sud di Jesi?  La stanchezza dei residenti è fuori discussione. Essa è l’espressione del bisogno di sicurezza, sociale, salariale, di servizi, che va oltre risse e piccola malavita (quella grande, sta al sicuro in aree meno degradate): Lo sciacallaggio politico di chi ci vuol guadagnare qualche consenso è palese e utile come trenta telecamere, che daranno solo illusioni e non risorse sociali per diminuire il degrado, rafforzare la comunità, migliorare la solidarietà. Trenta telecamere, e poi accada quello che accada, tutti contro tutti … e altri soldi buttati via.



FAI – Federazione Anarchica Italiana
- Gruppo “Michele Bakunin” – Jesi
- Gruppo “Francisco Ferrer” - Chiaravalle

martedì 11 marzo 2014

comunicato stampa

comunicato stampa.

Domenica scorsa Forza Nuova in P.zza Federico II a Jesi ha distribuito dei volantini. Il contenuto riguardava l’assistenza per gli italiani colpiti dalla crisi causata dagli altri, dagli stranieri, dalle banche, dall’Europa, etc. Se non fosse per il razzismo professato apertamente e la strumentalità di farsi vedere a ridosso della prossima campagna elettorale, verrebbe quasi la voglia di ignorarli. Purtroppo però in una città come Jesi dove la solidarietà sociale e i valori dell’antifascismo sembrano scomparsi dietro la disperazione di una miseria quotidiana, la preoccupazione si fa strada. Gli squadristi di Forza Nova sono un pensiero limitato rispetto alla guerra fra poveri innescata dai governi locali e nazionali (tagli servizi, sanità, scuola), alla disoccupazione, alla precarietà, ai salari da fame prodotti da un capitalismo dilagante nella sua forma più distruttiva, quella neo-liberista. Gli uomini della provvidenza ex-giornalisti, ex-capocantiere, ex-comici o ex-giocatori di Mike Buongiorno in Italia, ma non solo, hanno fatto sempre affidamento sulla reazione viscerale e impulsiva alla miseria, riempiendosi le tasche, le poltrone e svuotando di diritti e risorse, di libertà e futuro le vite di chi, ingenuamente, ha sempre dato più peso alle parole che ai fatti. Il volantinaggio a Jesi di Forza Nova non preoccupa più di tanto. Sono dei figuranti della politica del dominio e dello sfruttamento. Chi ci preoccupa sono i tanti piccoli fascisti e razzisti che si nascondono nelle pieghe quotidiane di una società che si sta impoverendo, pronti a scannarsi fra miseri, dimenticandosi di prendersela con i colpevoli di sempre: stato e capitale.


FAI – Federazione Anarchica Italiana
Gruppo “Michele Bakunin” – Jesi;
Gruppo “Francisco Ferrer” - Chiaravalle

venerdì 7 marzo 2014

Alla Salute Dell'8 Marzo

ALLA SALUTE DELL' 8 MARZO



L’interruzione del servizio IVG (la seconda volta) a Jesi, sembrerebbe destinata a cessare a
partire dal prossimo 17 marzo. Una buona notizia, ma sarà difficile dimenticare come Jesi
sia salita alla ribalta nazionale causa la cattiva organizzazione sanitaria a tutela di un
diritto di libertà. Resta il fatto che proprio sulla salute delle donne si evidenzia ancora una
volta l’erosione del diritto alla salute. I consultori familiari sempre più con meno personale
e risorse, i mediatori culturali che vengono a mancare, servizi e prestazioni ridotti al
lumicino. Le donne, come i più fragili, come gli stranieri, gli anziani, i minori, anelli
deboli di una società che nega garanzie, lavoro, futuro.
Le iniziative in questi giorni sulle donne quasi vanno a ruba (come i loro diritti).
L’assessorato che si preoccupa dei diritti delle donne nello sport. Tutti pronti a dire o fare
qualcosa. Poi, passata la festa … Si ritorna alla dura realtà della crisi italiana con una
disoccupazione femminile superiore a quella europea e a quella maschile (9,7% vs. 7,6%),
ed un tasso di inattività di quasi il 50%. Le donne cacciate dal lavoro (per cedere il posto
ai maschi) ritornano dentro casa a fare le bravi mogli, amanti e madri, per prendersi
magari qualche cazzotto in più, ma tanto l’istituto della famiglia è così sacro che val pur la
pena di qualche sacrificio.
Donne a far da badanti agli anziani che non trovano un posto letto per i tagli della sanità.
A far da maestre d’asilo perché i Comuni hanno finito i soldi (o li sprecano in abbellimenti
dei centri storici tutti fini a se stessi). Donne che campano più a lungo degli uomini, ma
sicuramente peggio, e con una sanità futura sempre più negata e privatizzata. E proprio la
dimensione gerarchica della sanità sembra ritornare a governare il rapporto fra generi: il
dirigente maschio (medico, direttore, assessore) e la sottoposta donna (infermiera,
ausiliaria, colf).
Ed ancora Donne a fare la fila in Ambulatorio, al Pronto Soccorso, in Farmacia, e a
Scuola, al Comune, dovunque per ore ed ore, giorni, settimane, anni di vita spesi di fronte
ad una società classista e sessista che le vuole funzionali alla riproduzione delle
disuguaglianze di genere, di reddito, di vita. Ancora alle soglie del terzo millennio, la
liberazione della donna deve farsi, per rendere la donna individuo e non macchina di
riproduzione genetica, in balia di disservizi pubblici, profitti privati e moralismo ipocrita.
8 marzo 2014: la salute della donna, della libertà della donna, come di tutti gli sfruttati, i
miseri, i fragili, i lavoratori, i migranti, i malati e i vecchi, interessa solo chi si riempie la
poltrona di belle parole e il portafoglio di lucrosi guadagni. Per il resto l’unione e la lotta
fra disuguali senza pari opportunità potrà restituire dignità di vita, identità di genere,
coscienza di classe, e solidarietà sociale.



F.A.I. - FEDERAZIONE ANARCHICA ITALIANA
Sez. M. Bakunin - Jesi
Sez. F. Ferrer - Chiaravalle

domenica 2 marzo 2014

renzopardo


«Renzi ha detto a me e a Lupi che non ha citato Salute e Infrastrutture perché i ministri sono bravi...».

E’ il passaggio riportato dal “Sole 24 ore Sanità” nell’articolo fatto dopo il discorso al Senato del neo-premier. Sono parole significative che ci fanno capire come, al di là dei trucchi da imbonitore di provincia, il nuovo che avanza sa molto di vecchio. Sono vecchi infatti concetti da tempo sbandierati. 
Come la ristrutturazione del sistema fiscale, che significa in parole semplici: non far pagare le tasse ai padroni, farle pagare ai lavoratori. Vecchie parole come la competitività e meritocrazia, scuole al passo con i tempi, efficienza dell’amministrazione pubblica ed efficacia della spesa sanitaria. 
Tante parole, una sola traduzione: tagli, privatizzazione del welfare, contrazione degli spazi di democrazia, repressione del dissenso. Qualcuno potrà obiettare: dategli tempo, e dategli la possibilità di cambiare veramente le cose, che ce n’è tanto bisogno. Sembra di sentire i commenti sulla discesa in campo di Berlusconi, o dell’Italia di Vittorio Veneto di Mussolini.

La realtà è molto più drammatica: disoc-cupazione, disu-guaglianze sociali, repressione, censura mediatica.

Il quadro finale è quello drammatico di un paese che è scivolato indietro nel tempo di mezzo secolo, dove la capacità decisionale e il peso politico delle masse, dei lavoratori, dei più deboli e degli sfruttati è stato tolto letteralmente di mezzo e la classe al potere gioca una guerra di classe dove a noi sfruttati ci fa illudere di grandi cambiamenti, come quelli del gattopardo, dove cambierà tutto, ma non cambierà niente, sennò le nostre ultime speranze in un futuro migliore.
Per il momento auguriamo al Governo Renzi di fare la fila in un ambulatorio pubblico, di prendere un treno di pendolari per ritornare a casa, fare la spesa mensile con 300 euro e farsi una cultura con i mezzi a disposizione dell’istruzione pubblica. Ed avere le stesse possibilità di protestare, gli stessi strumenti, che hanno milioni di italiani.