martedì 30 dicembre 2014

osservatorio Novembre 2014







































Novembre, come siamo stati abituati dai mesi antecedenti, ci regala la nuova lista 
di morti e feriti. Il comparto più segnato da incidenti nelle Marche sembra essere questa
 volta quello dei trasporti. Il jobs act alle porte riporta l’attenzione sul mondo del lavoro
in Italia, ci si accorge ora dopo anni della gravità in cui versano i vari settori. Nell’economia 
 di mercato, che dicono sia l’unica possibile, ci si scopre in  concorrenza diretta con altri 
lavoratori più disperati che, costretti per lavorare in condizioni peggiori di quelle che ci 
verranno imposte nei nostri territori, si ritagliano fette di mercato. il Capitale di cui il 
premier invoca il ritorno, non ha alcun interesse che le nostre condizioni di vita migliorino.
 Solo che la nostra capacità di spesa ritorni ai livelli pre crisi, che le guerre continuino a 
gonfiare i profitti e  gli affari  finanziari che li stanno sfamando. Così da non preoccuparsi 
più di dove produrre un bene di consumo ,ora il problema, semmai ci sia stato per i 
padroni, è che ridottasi la platea di clienti, la tanto cantata produttività ha trasformato il 
calo di domanda in sovrapproduzione. Quello che si è riuscito ad ottenere 
nel secolo scorso con le lotte dei lavoratori, non è stato a favore del profitto di pochi, 
lo ammettiamo. 
Una sanità pubblica, una scuola pubblica, i servizi di trasporto accessibili a tutti, 
la possibilità di una vita decorosa e la rincorsa ad una vita migliore. Sono queste le  cose 
che spariranno nel segno della modernità, fatta di precarietà in tutti i settori. In una 
regione, le Marche, presa a modello per il suo sistema produttivo, si scopre che il 54% delle 
aziende nel 2014 ha assunto  per CONOSCENZA, il cambio di collocazione dei lavoratori, 
la formazione continua di cui vanno blaterando i politicanti di questo paese, è solo fumo 
negli occhi. Sono oltre 7.000 i posti di  lavoro in meno nelle Marche per il 2014 che volge al 
 termine, senza considerare altri “stimati” 6.000 lavoratori in cassa integrazione, oppure la
moltitudine non in regola con le mensilità. dei 15.000 che hanno trovato lavoro quest’anno
 le mansioni più  richieste sono Camerieri (1.980), commessi (1.340), e  addetti alle pulizie 
(1.070) Solo il 16,2 %  dei nuovi contratti è a tempo indeterminato e il 26,9 % di questi è 
part time con la richiesta di esperienza per il 55% dei contratti. Dove sia la ripresa e la 
sicurezza di cui parla la classe politica? Solo rischi e precarietà per chi lavora. 


sabato 27 dicembre 2014

concerto 28 dicembre 2014


















ORE 17.30 
FREE ENTRY (come e per sempre)
CENA VEGAN dopo i concerti


LA TOSSE GRASSA (REcanati)
MR WHORE (JEsi)
#One man band #vel
SUPERMELODIA (JEsi)
Arriva calda calda questa delirante visione della vita. Tutti sotto il palco ad incitarlo ed acclamarlo...!!!SUPERMELODIA!!!

giovedì 18 dicembre 2014




















Cena sociale al Centro Studi Libertari L.Fabbri, Jesi

Mercoledi 24 Dicembre 2014
GRIGLIATA e SOCIALITA' (carnivora e non) 
per una vigilia anticlericale



inizio ore 20:30

Per mangiare con noi fateci sapere entro MARTEDI alla mail:
cslfabbri@gmail.com
oppure passando da noi!

Le leggi continuano a garantire i profitti dei padroni,
i privilegi di chi sta al potere e a negare
diritti a chi lavora o a chi un lavoro non ce l’ha, o non può farlo
Non ci rassegnamo alle leggi del più forte, a vivere una vita di stenti.

Ci ribelliamo contro tutto ciò per riaffermare dal basso
la solidarietà fra sfruttati, per una società più giusta.

sabato 6 dicembre 2014

J o b s    A c t :
macelleria sindacale e schiavitù lavorativa

Il governo Renzi va avanti sul Jobs Act, e mette la parola fine a qualsiasi illusione rimasta di avere un lavoro garantito. Pochi diritti? Molto precariato? Renzi e i suoi sostenitori rispondo con una soluzione semplice: togliere tutti i diritti e sostenere i padroni, definiti eroi.

Il governo Renzi va avanti e non sente le ragioni di quasi dieci settimane di lotte, scioperi ad ogni livello, manifestazioni culminate con lo sciopero sociale del 14 novembre. La legge sblocca Italia, la distruzione della scuola pubblica, il sostegno alle regioni che tagliano la sanità e soldi a pioggia alle grandi opere-cattedrali nel deserto sono gli aspetti plurimi della grande coalizione di governo che di fatto ha cancellato la storia sindacale e politica di questo paese.

Il governo Renzi va avanti a danno esclusivo di lavoratori, disoccupati, studenti, emarginati, poveri, malati. A danno esclusivo della classe proletaria. E la capacità democratica di questo Bonaparte in calzoncini da scout la si vede ogni giorno nei talk show, o nei manganelli che roteano nelle piazze.

Oggi siamo in piazza a scioperare per riaffermare il bisogno estremo di garantire i diritti dei lavoratori e di ogni sfruttato, per sottolineare con la lotta il fallimento delle politiche concertative portate avanti in questi ultimi venti anni.

Oggi siamo in piazza per ricordare che il sindacato è ogni lavoratore che lotta, e non i segretari falliti e le burocrazie complici dei padroni che mettono in campo  teatrini che non convincono nessuno, come questo sciopero tardivo che non ci convince, che sembra più un epitaffio sulla tomba dei diritti persi che un punto d’inizio di una lotta capace di invertire questa deriva sindacale e politica.

Oggi siamo in piazza ma per quale piattaforma di lotta? Riavere i diritti perduti, il lavoro negato, eliminare il precariato diffuso e il futuro rubato? Siamo qui contro le stragi del capitalismo, dei governi dei padroni, delle menzogne delle leggi e dei media, del malaffare e del malgoverno che fa strage di persone ogni volta che piove un po’ più del solito. Oggi siamo in piazza contro la strage di lavoro e lavoratori in atto. Contro ogni strage. Oggi, 12 dicembre, come 45 anni fa contro la strage di Piazza Fontana che fu definita strage di stato. Quel dna stragista è più che mai vivo, non ha più bisogno delle bombe, e riesce bene a far strage non più di vite umane, ma di vite future e di lavori presenti.


Oggi più che mai solo la lotta può salvarci!



FAI – Federazione Anarchica Italiana:
 gruppo “Michele Bakunin”, Jesi;
 gruppo “Francisco Ferrer”, Chiaravalle;
Gruppo Anarchico “Kronstadt” - Ancona; 
Anarchici e anarchiche della Valcesano