domenica 27 settembre 2015

Sei povero? Paghi le tasse lavorando gratis!



Sei povero? Paghi le tasse lavorando gratis!
La schiavitù legalizzata: essere poveri è una colpa!


In alcuni casi, per determinati reati, è previsto l’obbligo di lavorare gratuitamente per la comunità. Lavorare per espiare. Una logica che sembra avere un suo significato, ma che non è detto sia giusta, e sempre applicabile.
Il famigerato decreto “sblocca Italia” introduce la possibilità di accettare il pagamento in “natura”, delle tasse comunali, da parte di chi non è in grado e che potrà saldare il suo debito occupandosi gratuitamente in lavori di vario genere, previsti dall’Amministrazione Locale. In definitiva si ha la legittimazione del “reato” di evasione fiscale causa ... povertà.
Colui che è povero, disoccupato, in difficoltà, prima di esser sostenuto a superare un momento difficile, prima di essere messo in condizioni di poter realizzarsi all’interno della società, viene considerato come un moroso che deve pagare il suo debito tributario. Salta di fatto qualsiasi visione solidaristica della società. Chi non ha lavoro o soldi, dovrà lavorare gratis per pagare quelle tasse che dovrebbe pagare ... se avesse lavoro.
La follia liberista delle scelte governative non ha più limiti. Chi deve spendere il suo tempo per pagare balzelli locali come fa a trovare il tempo per ... trovare lavoro? In un paese in cui i grandi profittatori del capitale non sono mai stati puniti per la loro evasione fiscale, tutto ciò ha il sapore della beffa arrogante. Inoltre, un’amministrazione che deve andare avanti con lavori e lavoretti di ogni tipo, rimediati da questo o quel debito, che hanno applicazioni di corto respiro, e che non ha soldi, perché in definitiva comunque le sue casse rimangono vuote, come potrà contribuire al bene pubblico?
Ancora una volta il decreto “sblocca Italia” si rivela per quello che è: la legalizzazione di una guerra sociale fatta da una classe politica asservita totalmente agli interessi del profitto, in grado di aver come sola progettualità quella di mantenersi al potere, raccattando voti dai fattacci di cronaca. L’Italia è un paese dove ormai da anni il compromesso democratico è saltato, dove ai più forti tutto è possibile, tutto è dovuto.

Vorrà dire che la solidarietà e la giustizia sociale tornerà ad essere pratica quotidiana e progetto sociale in maniera diffusa nel tessuto più sano e attivo della comunità umana, senza bisogno di padrini, padroni e istituzioni alcun tipo.



F.A.I. - Federazione Anarchica Italiana
Gruppo M. Bakunin - Jesi
Gruppo F.Ferrer - Chiaravalle

mercoledì 16 settembre 2015

vendette postume

Vendette postume ...

Dalla stampa locale si apprende che otto compagn*, alcuni appartenenti al movimento anarchico, sono stati rinviati a giudizio dal Tribunale di Ancona con riferimento ad una manifestazione di protesta contro lo sgombero di una esperienza solidale e autogestionaria a favore dei senza casa, meglio nota come “Casa de nialtri” (proprio oggi minacciata di sgombero, che buffa coincidenza, anche dai locali di Via Cialdini).
Ciò è la conferma, se ce ne fosse ancora bisogno, che nel paese è in atto un progetto autoritario su cui si stanno muovendo i vertici di questa società, all’interno della quale il PD svolge il ruolo di mosca cocchiera.
L’odierno “rinvio a giudizio” di alcun* compagn* si direziona verso la soluzione finale: se non sei “allineato”, se ti “muovi”, se “agisci” in maniera non conforme in solidarietà agli sfruttati, subirai sanzioni penali o in alternativa pesanti richieste di risarcimento.
Noi, come sempre, riteniamo che nessuno possa essere giudicato processato e\o condannato perché crede nella emancipazione degli sfruttati e negli ideali di libertà ed eguaglianza sociale.
Per questo, esprimiamo la nostra vicinanza e solidarietà politica ed umana a tutt* i/le compagn* destinatari del procedimento penale.
Rinnoviamo, nel rispetto delle difese individuali e\o processuali, l’invito a far fronte comune alla repressione. Uniti si vince e si smaschera il giochino di chi vuole dividere gli antagonisti in buoni e in cattivi perché nulla cambi.


Federazione Anarchica Italiana 
- sezione “M.Bakunin” - Jesi 
- sezione “F.Ferrer” - Chiaravalle 
Alternativa Libertaria\FdCA di Fano-Pesaro 
Archivio-Biblioteca “E. Travaglini” - Fano
 Centro Studi Libertari “Fabbri” - Jesi 
Circolo culturale “N. Papini” - Fano 
Gruppo Anarchico”Kronstadt” - Ancona

sabato 12 settembre 2015

La schiavitù legalizzata: essere poveri è una colpa!

Sei povero? Paghi le tasse lavorando gratis!
La schiavitù legalizzata: essere poveri è una colpa!

In alcuni casi, per determinati reati, è previsto l’obbligo di lavorare gratuitamente per la comunità. Lavorare per espiare. Una logica che sembra avere un suo significato, ma che non è detto sia giusta, e sempre applicabile.
Il famigerato decreto “sblocca Italia” introduce la possibilità di accettare il pagamento in “natura”, delle tasse comunali, da parte di chi non è in grado e che potrà saldare il suo debito occupandosi gratuitamente in lavori di vario genere, previsti dall’Amministrazione Locale. In definitiva si ha la legittimazione del “reato” di evasione fiscale causa ... povertà.
Colui che è povero, disoccupato, in difficoltà, prima di esser sostenuto a superare un momento difficile, prima di essere messo in condizioni di poter realizzarsi all’interno della società, viene considerato come un moroso che deve pagare il suo debito tributario. Salta di fatto qualsiasi visione solidaristica della società. Chi non ha lavoro o soldi, dovrà lavorare gratis per pagare quelle tasse che dovrebbe pagare ... se avesse lavoro.
La follia liberista delle scelte governative non ha più limiti. Chi deve spendere il suo tempo per pagare balzelli locali come fa a trovare il tempo per ... trovare lavoro? In un paese in cui i grandi profittatori del capitale non sono mai stati puniti per la loro evasione fiscale, tutto ciò ha il sapore della beffa arrogante. Inoltre, un’amministrazione che deve andare avanti con lavori e lavoretti di ogni tipo, rimediati da questo o quel debito, che hanno applicazioni di corto respiro, e che non ha soldi, perché in definitiva comunque le sue casse rimangono vuote, come potrà contribuire al bene pubblico?
Ancora una volta il decreto “sblocca Italia” si rivela per quello che è: la legalizzazione di una guerra sociale fatta da una classe politica asservita totalmente agli interessi del profitto, in grado di aver come sola progettualità quella di mantenersi al potere, raccattando voti dai fattacci di cronaca. L’Italia è un paese dove ormai da anni il compromesso democratico è saltato, dove ai più forti tutto è possibile, tutto è dovuto.

Vorrà dire che la solidarietà e la giustizia sociale tornerà ad essere pratica quotidiana e progetto sociale in maniera diffusa nel tessuto più sano e attivo della comunità umana, senza bisogno di padrini, padroni e istituzioni alcun tipo.



Federazione Anarchica Italiana
M.Bakunin - Jesi
F.Ferrer - Chiaravalle